Il club delle lettrici compulsive

La taverna degli assassini – Marcello Simoni

La taverna degli assassini Book Cover La taverna degli assassini
Le indagini di Vitale Federici #5
Marcello Simoni
Giallo storico
Newton Compton Editori
2023
Digitale - Cartaceo
224
Fornito dalla casa editrice

Anno del Signore 1793. Granducato di Toscana. Un castello fondato su un'antica abbazia, un cadavere avvolto nei tralci di una grande vite. Sotto le luci di un'alba invernale, i vitigni innevati del barone Calendimarca si rivelano teatro di un omicidio. Non solo un enigma inspiegabile, ma anche un'onta per il casato del nobiluomo. Vitale Federici, insieme al suo devoto discepolo Bernardo della Vipera, si ritroverà a investigare su un delitto i cui moventi sembrano affondare nell'antica tradizione vinicola della famiglia baronale, e nella sua cantina sotterranea che, simile a una biblioteca, pare celare un indizio sull'identità dell'assassino. Riuscirà Vitale a fare luce su questo caso, in cui ambizione, inganno e antiche passioni si intrecciano in un mistero forse impossibile da decifrare?

Oggi parliamo di La taverna degli assassini, un libro di Marcello Simoni, pubblicato da Newton Compton Editori.

Non avevo mai letto nulla di Marcello Simoni, ma è da tanto che volevo leggere qualche suo romanzo. Piace moltissimo a mio padre e a molte mie amiche, perciò la curiosità era tanta. Ho addirittura qualche romanzo in cartaceo, regalato ma, ahimè, mai letto. Finalmente si è presentata l’occasione, con questo romanzo molto breve, poco più di un racconto, ma l’ideale per cominciare a conoscere un autore nuovo. 

Il protagonista del romanzo è Vitale Federici, giovane precettore, illustre studioso e soprattutto capace di risolvere misteri impossibili. Ho scoperto (purtroppo per me) che Vitale è protagonista di altri romanzi di Marcello Simoni (perché non mi informo prima?): I sotterranei della cattedrale, L’enigma del violino, La prigione delle anime e La cattedrale dei morti (io non sopporto iniziare una serie con lo stesso protagonista con un romanzo successivo al primo, ma stavolta l’ho fatto e ora dovrò velocemente riparare al danno).

In questa avventura, Vitale è chiamato a risolvere un omicidio che è avvenuto presso i possedimenti del barone Leonberto Calendimarca, produttore e commerciante di vini. Ci troviamo nel Granducato di Toscana, alla fine del 1793 nel pieno della rivoluzione francese a cui Simoni fa un ampio accenno. 

Il protagonista viene accompagnato da Bernardo, il giovane figlio del conte della Vipera, a cui Vitale fa da precettore. L’indagine inizia e, fra colpi di scena, attentati, omicidi e anche un po’ di amore, si conclude con lo smascheramento del colpevole. 

Come dicevo, non ho mai letto nulla di Simoni ed è stato una gran bella scoperta. 

La storia inizia come in un giallo di Agatha Christie, con il ritrovamento del cadavere da cui scaturisce l’indagine. Mi è piaciuta molto anche la conclusione, il momento in cui Vitale smaschera l’assassino. Avete presente il tenente Colombo? (ok, va bene, io ero piccolina quando passavamo i pomeriggi in sua compagnia, però dai, non potete non averlo mai sentito nominare!). Ecco, Colombo aveva la caratteristica di sembrare sempre svagato e super lontano dalla soluzione del caso, invece nella sua mente aveva già ricostruito tutta la vicenda da piccoli indizi che ti faceva intuire durante la puntata ma che se non eri sufficientemente attento non riuscivi a cogliere. Alla fine dell’indagine, con tutte le prove raccolte, inchiodava il colpevole con un confronto con l’assassino. Così anche Federici in questo romanzo (non so se la struttura del romanzo con un omicidio, un’indagine e la conclusione del caso siano uguali in tutti i romanzo con lui protagonista, ma lo scoprirò presto) ha un confronto con il colpevole e lo smaschera mettendo in evidenza tutte le prove  e gli indizi che già nel corso del romanzo ha fatto intravedere. Io personalmente non le ho colte tutte, e ovviamente non sono riuscita a capire chi fosse il colpevole, anche se un piccolo dubbio l’ho avuto. 

Mi è piaciuto molto il modo di narrare di Simoni, un giallo vecchio stile, ma dinamico e avvincente, dove il detective Federici usa soprattutto prima i sensi, olfatto, vista, tatto e udito per poi ricostruire tramite la ragione il filo logico che connette i vari indizi.

Conoscenza sensibile e conoscenza intellegibile […] Intuire con l’ausilio del solo intelletto ciò che non è possibile vedere o toccare, distingue l’uomo dall’animale. O meglio, il filosofo dal sempliciotto.

I personaggi all’interno del romanzo sono molteplici, quasi tutti secondari ma comunque di spessore e ben caratterizzati, a cominciare dal conte barone Calendimarca per finire con l’assassino. Bellissima la figura del medico, Morieno Santacroce, uomo provato nel fisico ma di grande sapere, così come è stupenda la figura del barone che si erge a intenditore di vini senza però averne effettivamente le conoscenze necessarie.

Come dicevo, la lettura di Simoni è stata una vera sorpresa. Non mi aspettavo né il tipo di struttura narrativa che ha usato né la perfetta ricostruzione storica, anche se in parte ha usato immaginazione, come lui stesso dichiara nelle note dell’autore.

In seguito alle pressioni antirivoluzionarie dell’Inghilterra, che giunse a minacciare di occupare con le sue navi il porto di Livorno, l’8 ottobre 1793 il granduca di Toscana Ferdinando III fu costretto a dichiarare guerra alla Repubblica francese. Benché questa dichiarazione non abbia sortito mutamenti particolarmente incisivi per la storia della Toscana – che di fatto fu il primo Stato a concludere la pace con Parigi (1795) – non ho resistito alla tentazione di immaginare il clima di tensione che dovette regnare nelle famiglie aristocratiche di quel periodo. Per godere di una maggiore libertà narrativa, tuttavia, ho voluto inventare di sana pianta il casato di Calendimarca, a partire dal nome […]. Sono però autentici i riferimenti ai vini e ai veleni menzionati nel romanzo.

 Altra chicca sono i disegni che lo stesso Simoni ha fatto per corredare le pagine del romanzo, che aiutano a immaginare personaggi e ambientazione senza basarsi soltanto sulla fantasia. 

Non mi resta che consigliarvi la lettura di questo straordinario autore, se non lo avete già fatto. Dal canto mio, ho già messo in lista i suoi romanzi e non vedo l’ora di recuperare le precedenti opere di Simoni.

Avete letto La taverna degli assassini? Vi aspetto per commentarlo!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.
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