Il club delle lettrici compulsive

Nella buona e nella cattiva sorte – Marina Di Guardo

Nella buona e nella cattiva sorte Book Cover Nella buona e nella cattiva sorte
Marina Di Guardo
Thriller
Mondadori
2020
Digitale - Cartaceo
228

Irene, giovane illustratrice di talento, vive da anni ostaggio del marito Gianluigi, manager geloso e violento, convinta, come tante altre vittime di violenza domestica, di meritarsi la semi-segregazione a cui lui la costringe a forza di minacce e lividi. All’indomani dell’ennesimo litigio, grazie al sostegno di Alice – l’amica d’infanzia trapiantata a Londra – Irene trova finalmente il coraggio di ribellarsi: mentre il marito è al lavoro, carica in macchina la loro piccola figlia Arianna e scappa da Milano, per correre verso un piccolo paese di provincia nella casa in cui è cresciuta e che i genitori le hanno lasciato in eredità. Gianluigi però la rintraccia prima del previsto, e le ordina di tornare in città, preannunciando ritorsioni – non solo da parte dei suoi avvocati. Irene sente le forze già esili cedere, ma nel paese scopre insperati alleati: un’anziana vicina di casa, un negoziante che forse ha un debole per lei… Purtroppo, inquietanti incidenti minacciano presto la sua fragile serenità. Irene nonostante tutto cerca faticosamente di rimettere insieme i cocci della sua vita, ma tutto precipita quando chi dovrebbe proteggerla da Gianluigi viene ritrovato brutalmente assassinato…

Alla sua quarta prova nel genere thriller, Marina Di Guardo conferma la rara capacità di sposare con inedito successo intrecci imprevedibili e ricchi di suspense a forti prese di posizione su terribili temi di cronaca vera.

Oggi parliamo di Nella buona e nella cattiva sorte, un libro di Marina Di Guardo pubblicato da Mondadori.

Non mi diverto a fare recensioni negative, ma questa volta sono costretta perché, purtroppo, l’ultimo libro di Marina Di Guardo non mi ha convinta. Non del tutto, almeno.

Per quanto tocchi argomenti delicatissimi, secondo me, in poche pagine, l’autrice cerca di inserire troppe cose, troppe informazioni che non fanno altro che confondere le acque, ma non nel senso buono del termine. Ma andiamo con ordine.

Il libro inizia con un evento misterioso in cui accade qualcosa di terribile a Irene, la protagonista del libro… Cosa che non viene più menzionata se non dalla protagonista di sfuggita più avanti, ma ci arriviamo… Ritroviamo Irene adulta, in auto con la figlioletta di quasi dieci anni. Sta scappando da Milano. Letteralmente. Scappa dal marito violento che la pesta, la controlla e le rende la vita un vero inferno. Irene si rifugia nella vecchia casa dei suoi genitori, in un piccolo paesino lacustre, perché vuole cercare di sottrarsi al controllo che il marito ha su di lei e vuole provare a dare un po’ di serenità alla figlia Arianna.

Le cose ovviamente non vanno secondo i piani perché Gianluigi la trova e la persecuzione ricomincia… con risvolti sempre più drammatici e catastrofici.

Non voglio dirvi di più sulla trama perché non voglio rischiare di rovinare la lettura a nessuno, però vorrei spiegarvi perché non mi è piaciuto questo libro.

Nella buona e nella cattiva sorte ha una partenza eccezionale davvero, nonostante i personaggi siano strani e le ambientazioni davvero troppo sfumate per i miei gusti. Poi però il meccanismo si inceppa e non si capisce più nulla… ed è un vero peccato perché l’idea di base è molto buona.

Intanto si parla di violenza domestica e, visti i fatti di cronaca, è sempre bene sensibilizzare: bisogna denunciare, non bisogna aver paura di parlare, di confidarsi con qualcuno, di chiedere aiuto perché le conseguenze potrebbero essere fatali. E fin qui tutto bene… se non fosse che Irene non denuncia mai. MAI. Tutti le dicono di denunciare perché, nonostante tutto, Irene non è sola, ha un lavoro, ha una casa di proprietà, ha anche una rete di supporto che è riuscita a costruirsi in praticamente dieci minuti complice il fatto di essere tornata nel suo paesino natale… eppure niente da fare. E mi spiace, ma quando si trattano certi argomenti ci deve essere per forza il momento del riscatto, in cui la vittima alza la testa e dimostra che è possibile uscire dal tunnel della violenza. Oppure, va benissimo anche il superdrammone, ma ci si deve arrivare nel giusto modo e deve avere delle conseguenze logiche…

Questo, in un certo senso avviene, ma nel modo più sbagliato possibile.

La caratterizzazione dei personaggi è pressoché inesistente. A parte Irene, sono tutti piatti, tutti uguali, tutti si esprimono nello stesso modo. Perfino Irene, che ha degli atteggiamenti assurdi per quasi tutto il libro, a un certo punto cambia totalmente modo di fare. Vogliamo dare colpa allo shock e non parlare di incoerenza? Ok, ci sta. E ci sta anche l’altra spiegazione che poi viene anche effettivamente data, ma sono tutte informazioni un po’ buttate lì, che non hanno un vero e proprio ruolo nella storia se non essere fini alla trama. È un affastellarsi di eventi che servono all’autrice per arrivare al colpo di scena finale, abbastanza telefonato, tra l’altro… Non posso essere più esplicita senza fare spoiler giganti, quindi mi fermo qui.

Avevo aspettative molto alte nei confronti di Nella buona e nella cattiva sorte e quindi sono un po’ delusa. Recupererò anche quelli vecchi che sono stati opzionati per un film e una serie tv. Chissà, magari si è trattato solo di un momento di défaillance.

Fatemi sapere cosa ne pensate dopo aver letto! Ho davvero bisogno di un confronto!

Avete letto Nella buona e nella cattiva sorte? Vi aspetto per commentarlo insieme!

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NdA: Il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione.

 

Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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