Il club delle lettrici compulsive

Tempesta – Camilla Ghiotto

Tempesta Book Cover Tempesta
Camilla Ghiotto
Narrativa
Salani
2023
Digitale - Cartaceo
352
Fornito dalla Casa Editrice

Non è mai troppo tardi per imparare a essere figli, né per riannodare la memoria al presente. Renzo e Camilla non sono un padre e una figlia qualunque. Novantadue anni lui, diciassette lei, una vita intera li divide, o anche più d'una. Di quest'uomo che aveva già i capelli grigi quando è nata, che non ha mai visto giovane e forte come i papà delle sue amiche, Camilla si è sempre un po' vergognata. E così, quando Renzo si ammala gravemente e viene ricoverato in una clinica dalla quale è presto chiaro che non tornerà più a casa, Camilla ha l'inconfessabile sensazione di potersi finalmente tuffare verso il futuro, senza voltarsi indietro. Mala malattia del padre la mette davanti alla consapevolezza che non si può costruire niente senza aver prima fatto i conti con le proprie radici, che non puoi perdere qualcuno senza aver provato a conoscerlo, e che forse le rimane ancora un po' di tempo per essere davvero sua figlia. Così inizierà a cercare nel passato per scoprire il ragazzo che Renzo è stato tanti anni prima, quando la guerra infiammava l'Italia, i giovani salivano in montagna, sparavano, soffrivano la fame e il ghiaccio, cercando ogni giorno e ogni notte di dare un senso alle loro azioni. Il tempo in cui Renzo era ‘Tempesta', comandante di una brigata partigiana. Per Camilla, riappropriarsi della storia familiare e di una memoria collettiva che non ha smesso di vibrare significherà trovare una nuova prospettiva per aprirsi al mondo, agli altri e all'amore. Con una scrittura di inconsueta sensibilità, capace di tendere agguati e rivelare sempre nuovi angoli dell'essere, Camilla Ghiotto dà voce a una generazione consapevole di dover combattere battaglie diverse da quelle del passato, ma non meno decisive. Perché la libertà non si conquista mai una volta per tutte.

Oggi parliamo di Tempesta, un libro scritto da Camilla Ghiotto e pubblicato da Salani.

Quando ho ricevuto in maniera del tutto inaspettata questo romanzo in regalo da Salani, che ringrazio tantissimo, ero molto perplessa. Non ne avevo mai sentito parlare, l’autrice, giovanissima, è alla sua prima opera, e anche come trama non mi ispirava granché. Ma poiché la casa editrice è stata così gentile da farmene dono, ho deciso di leggerlo e sono rimasta immediatamente affascinata dallo stile dell’autrice, ma anche e soprattutto dalla storia narrata. 

Camilla, che poi è anche l’autrice, ha solo diciassette anni quando il padre novantenne muore, lasciando in lei un gran vuoto. Quella che è narrata in questo romanzo non è solo la storia di un padre e di una figlia, ma è la storia di una ragazza che cresce improvvisamente e si trova a dover fare i conti con la figura di un padre ingombrante, un padre che lei non ha mai conosciuto davvero, un padre che è stato partigiano e grazie al quale l’Italia è quella che è oggi. 

Per morire d’inverno non ci vuole coraggio: non si va contro niente, né contro i campi di papaveri rossi né contro il ribollire del sangue sotto il sole. D’inverno è naturale che le cose finiscano.

Non vi sto nemmeno a dire quanto ho adorato questa citazione di “La guerra di Piero”, una delle mie canzoni del cuore di Fabrizio De André, uno dei miei cantautori preferiti. Con questa frase, Camilla Ghiotto ha guadagnato millemila punti!

Ma bando alle ciance e continuiamo a parlare del romanzo.

Conosciamo Camilla proprio nel momento del funerale del padre. La ragazza non riesce ad accettare la sua morte a causa dei mille non detti che, purtroppo, spesso ci sono tra genitori e figli, esacerbati oltretutto, nel caso di Camilla, dalla differenza di età così notevole. Camilla quasi si vergogna di un papà/nonno, che però ha fatto la storia e che nella sua vita ha avuto esperienze di ogni tipo, la guerra, la malattia, i viaggi, fino a diventare quello che Camilla conosce. 

La storia si dipana lungo due binari, da una parte Camilla che, lungo vari cambi temporali, racconta di sé e della sua vita, da quando era bambina, poi adolescente fino a oggi, in cui è una studentessa di filosofia. Dall’altra, c’è il racconto lasciato dal padre, Renzo, di quando era partigiano con il nome in codice Tempesta e nel quale racconta delle sue paure, delle sue angosce, dei rastrellamenti, delle azioni di guerriglia, dei rapimenti, delle torture ma anche dell’amicizia con gli altri giovani con cui divide lo stesso ideale. 

Si cresce con l’idea che i propri genitori non soffrano e quando si scopre che invece tendono semplicemente a nasconderlo, qualcosa cambia. Ci si sente improvvisamente fragili, perché la possibilità che esista anche soltanto una persona al mondo a non soffrire è un conforto che svanisce.

Il romanzo si alterna, capitolo dopo capitolo, tra Camilla e Renzo, e piano piano conosciamo questi due personaggi reali (ricordate che è una storia vera, la storia dell’autrice del romanzo).

Camilla riesce a rendere al lettore la sua tristezza per la perdita del padre con cui ha condiviso tanto, anche se apparentemente erano così lontani a causa della loro differenza di età. Si sente persa, non accetta la malattia prima e la morte dell’uomo dopo, si rende conto di non conoscerlo affatto e sa che ormai non potrà più farlo. Questo crea in lei una frattura che la porta a cercare in Argentina e a Milano la sua identità, legata a doppio filo alla conoscenza del padre.

Andare in Argentina è stato per mio padre porre fine al combattimento. Io ci vado per scovare la culla della sua pace, con la tacita speranza di trovarci anche la mia.

In questa terra gli antenati sono i nostri specchi, ci dicono da dove veniamo, chi siamo, danno risposte e pongono domande. Siamo come alberi con radici secolari. Non si tratta del proprio nucleo familiare, non solo. Veniamo tutti dalla stessa polvere. I padri dei nostri padri c’è chi li cerca nelle stelle, chi nelle acque dei fiumi.

Tra i due c’è anche la figura della madre, Laura, che apparentemente rimane sempre sullo sfondo, ma che in realtà ha una grande parte e aiuta Camilla a trovare se stessa e a conoscere altri aspetti un padre che ha adorato. 

E il racconto prosegue fino alla fine, attraverso il percorso di crescita di Camilla e all’accettazione di un uomo che ha amato moltissimo e da cui è stata amata e del quale capisce la grandezza e l’accetta. 

Quasi in fondo al romanzo, Camilla pronuncia un discorso che è il sunto di tutto il libro stesso e della consapevolezza della ragazza nei confronti di Renzo, ma che può essere, anzi, che deve essere traslato a oggi, per capire come tutto quello che abbiamo non è poi così scontato. 

Mio padre è nato dentro al fascismo, come tutti a quel tempo. Ai ragazzi e alle ragazze insegnavano quali idee pensare, in che modo agire, quali domande fare, chi disprezzare, chi venerare, quali persone, luoghi, valori odiare. Sin da piccoli è stato insegnato loro a odiare. Significa che a un certo punto hanno dovuto ripudiare la realtà che conoscevano per poterla coinvolgere, ne hanno riconosciuto i semi marci nonostante non avessero mai visto altro che quello. Certo, l’alternativa alla lotta non era la prosecuzione della loro vita usuale, ma una vita al limite, stritolata, fatta di sissignore e teste basse. Nelle montagne almeno erano liberi di decidere come morire. […] I fascisti sono uomini che vogliono godere di un privilegio, uno qualsiasi, a discapito di altri, che vogliono essere potenti e ancor prima, che vogliono il potere con la forza. Uomini che non considerano l’umanità della parola, del confronto, la leadership del cuore ma solo quella della prevaricazione. Uomini che godono nell’avere degli sconfitti da umiliare […] Per questo mio padre è sempre stato loro nemico.

Tempesta è un romanzo che mi ha coinvolta tantissimo, l’ho letto tutto d’un fiato. Mi ha incuriosita moltissimo la vita di Renzo partigiano, un pezzo della nostra storia che mi affascina e da cui so che dipende la nostra attuale libertà.
Credo che questo romanzo debba essere letto dalle nuove generazioni perché fonte di insegnamento, non solo del passato, con Renzo che all’età di mio figlio ha lasciato tutto ciò che conosceva per avere la possibilità di costruire un futuro migliore, per sé e per le generazioni a venire, a rischio della propria vita.  

Avete letto Tempesta? Vi aspetto per commentarlo!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.
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