The Danish girl
Narrativa
Giunti Editore
2016
Digitale - Cartaceo
368
Acquisto personale
Anna Mioni
Che cosa succede quando vedi la persona che ami cambiare radicalmente sotto i tuoi occhi? Tutto nasce da un semplice favore che una moglie chiede a suo marito durante una giornata qualsiasi. "The Danish Girl" di David Ebershoff, un romanzo sui lati oscuri e misteriosi dell'amore e della sensualità. Siamo a Copenaghen, inizi Novecento: entrambi stanno dipingendo nel loro atelier, lui realizza paesaggi velati dalla nebbia del Nord; lei ritrae su enormi tele i ricchi committenti della borghesia cittadina. Proprio per completare uno di questi lavori, il ritratto di una nota cantante d'opera, Greta domanda al marito di posare in abiti femminili. Da principio Einar è riluttante, ma presto viene completamente sedotto dal morbido contatto della stoffa sulla sua pelle. Via via che si abbandona a questa esperienza, il giovane entra in un universo sconosciuto, provando un piacere che né lui né Greta avrebbero mai potuto sospettare. Quel giorno Einar ha un'autentica rivelazione: scopre infatti che la sua anima è divisa in due e forse lo è stata sempre: da una parte l'artista malinconico e innamorato di sua moglie, dall'altra Lili, una donna mossa da un prepotente bisogno di vivere...
Oggi parliamo di The Danish girl, un libro di David Ebershoff pubblicato da Giunti Editore.
Copenaghen, inizio Novecento.
Nella Casa delle Vedove troviamo una moglie ritrattista e un marito paesaggista che dipingono.
Quando Greta chiede al marito Einar di posare in abiti femminili per aiutarla a ultimare il suo lavoro, egli entra in punta di piedi in un mondo nuovo che, se da un lato lo seduce e lo affascina, dall’altro lo spaventa e lo sconvolge. Da questo gesto vedremo sbocciare Lili Elbe, inizialmente come “semplice” manifestazione esteriore dell’essere donna di Einar, diventando rapidamente pioniera di una serie di interventi definitivi e basilari per poter cambiare il proprio sesso da uomo a donna.
Lili/Einar non vuole solo apparire una donna, vuole esserlo. Vuol far combaciare il proprio animo e il proprio corpo, fino a morirne a causa del rigetto dell’utero a seguito del trapianto.
Quella di Einar/Lili e Greta è una storia romanzata che parte dalle loro vere vite, che mescola la storia d’amore di uomo e una donna al loro coraggio di fare scelte scomode e dure in favore di una vita vissuta a pieno, liberamente e abbracciando la propria natura.
Quanto dev’esser devastante vivere una vita nel dualismo?
Quanto dev’esser forte Greta nel perdere l’amore della vita pur di vederlo felice?
Sono ben consapevole dell’esistenza del film tratto dall’omonimo libro, ma non ho avuto modo di vederlo benché ne abbia letto recensioni stellari, soprattutto riguardo l’interpretazione di Eddie Redmayne. Posso dirvi che potermi immaginare le parole dell’autore senza il preconcetto della pellicola è stato sicuramente un bene. Alcuni passaggi sono così delicati che ognuno dovrebbe poterli vedere con il proprio occhio interiore e nell’intimità della propria immaginazione, senza collegarli a questa o quella scena vista in televisione.
Greta è uno di quei co-protagonisti che, in modo molto inconsapevole, ti entrano dentro e in parte ti fanno arrabbiare per la profonda devozione (a tratti ossessiva) verso il marito che rischia di costringerla a una vita nella sua ombra. Dal canto suo, Einar sa che il suo corpo è di Lili e per esser se stesso deve far emergere, anche in maniera fisica, i connotati della donna che nel profondo sa di essere.
In un mondo dove il dibattito di genere è all’ordine del giorno e al contempo oggetto di tabù in troppe famiglie, posso dire che mettersi a metà strada tra l’amore incondizionato di Greta e la caparbietà di Lili sarebbe un bene per molti e farebbe riflettere da un ottimo punto di vista.
The Danish girl è, in definitiva, la storia di due donne. Una lotta per emergere e trovare il suo posto nel mondo in quanto nata nel corpo di un uomo, l’altra sostiene un marito che ama nonostante sia avvolta da un profondo e incolmabile senso di solitudine. Non vorrei essere né Greta né Lili, è troppo difficile entrare totalmente in contatto con ambo le parti se non si è toccati in prima persona da un vissuto simile. Posso dire che di aver simpatizzato con entrambe, ma mai come ho adorato Einar nel momento in cui ha aperto la sua anima al lettore e a se stesso per riscoprirsi Lili.
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