Il club delle lettrici compulsive

La verità non è una chimera – Barbara Perna

La verità non è una chimera Book Cover La verità non è una chimera
Annabella Abbondante #1
Barbara Perna
Giallo umoristico
Giunti
2021
Digitale - Cartaceo
374
Acquisto personale

Tutti al tribunale di Pianveggio sanno che non si scherza sul pranzo, perché il giudice Annabella Abbondante ha un debole per la buona cucina ma è perennemente a dieta. Forse per colpa dei deliziosi cannoli della Palermitana, il bar in cui incontra ogni sera i suoi amici: il commissario Nicola Carnelutti e la giornalista Alice “ginger” Villani di Altamura. Abbondante sì, di nome e di fatto, una florida taglia 48 e una massa di capelli ricci e ribelli che le cadono sulle spalle, ma lo è soprattutto di cuore: sempre dalla parte dei più bisognosi e con il sorriso sulle labbra, nonostante le estenuanti udienze e le interminabili pile di fascicoli. Quando l’avvocato Matilde Santangelo si rivolge a lei per la scomparsa del fratello dalla clinica psichiatrica in cui era ricoverato, Annabella che ha una passione sfrenata per i gialli, non può fare a meno di impicciarsi. Negli stessi giorni, poi, un immobile che lei aveva messo all’asta viene incendiato con tanto di ritrovamento di resti umani: per il giudice e il fido cancelliere Paolo, detto Dolly, la ricostruzione del PM fa acqua da tutte le parti e scoprire la verità diventa un imperativo morale. Tanto più che il giudice Abbondante non accetta mai un no come risposta.

Oggi parliamo di La verità non è una chimera, il primo libro della serie Annabella Abbondante, scritto da Barbara Perna e pubblicato da Giunti.

Avete presente quando un romanzo vi compare continuamente sotto gli occhi e vi chiama ma voi resistete con tutta la forza? D’altronde mica si possono leggere tutte le serie in circolazione, no?

E niente, il destino ha voluto che alla fine il primo romanzo con protagonista Annabella Abbondante, giudice del tribunale di Pianveggio, in provincia di Lucca, mi sia capitato tra le mani e l’ho dovuto per forza leggere. 

Ed è stata una bella sorpresa, ma non poteva essere diversamente, avete visto quanto è accattivante la copertina?

Annabella, dicevamo, è un giudice civile, che ama il suo lavoro, ma è anche molto curiosa e questo la fa interessare a fatti non propriamente suoi, inserendosi nelle indagini del suo migliore amico, Nicola Carnelutti, commissario di polizia. Ne nasce una querelle di battute, equivoci, scenette esilaranti, con protagonisti non solo Nicola e Annabella, ma anche Alice, detta Ginger, giornalista freelance, e Michele, il proprietario del bar la Palermitana, centro nevralgico degli incontri dei tre amici. E non dimentichiamo Gabriele, il maresciallo dei carabinieri, bellissimo e inarrivabile per Annabella (capirete il perché leggendo il libro) e poi Dolly, al secolo Paolo Sorrentino, cancelliere di Annabella. 

Avrebbero dovuto clonarlo, come la pecora Dolly, e distribuirne almeno una copia in ogni distretto giudiziario.

Il romanzo è ironico e di una simpatia travolgente, così come lo è Annabella, giudice che non ammette ingiustizie e che cerca sempre di aiutare le persone in difficoltà.

Con quello sguardo liquido color caffè, il famigerato sguardo che non accetta un no come risposta, la massa dei capelli ricci che le cadevano sulle spalle, l’eterno ricciolo fuori posto sulla fronte e la scollatura abbondante in vista.

In questo libro Annabella si trova a dover affrontare un caso abbastanza complicato (non proprio lei, ma il suo amico Nicola e la sua nemesi, il PM Massi delle case). 

E ne succedono di tutti i colori.

Come dicevo, il romanzo è simpaticissimo, scorre lieve come l’aria, non ho fatto altro che ridere nelle scene in cui Annabella è alle prese con la sua famiglia, originari di Piano di Sorrento, e soprattutto con la sorella Fortuna, che non gradisce un no come risposta (e sì come la sorella, vi immaginate le scenette?) e che tenta in ogni modo di trovarle un fidanzato e farla dimagrire. 

Una menzione speciale merita la nonna Angela, la capostipite della famiglia Abbondante, che nonostante l’apparenza austera è sicuramente di vedute ben più ampie di tante persone.

Questa donna di inizio Novecento, nata quando le donne portavano il corsetto e le sottane, le stava insegnando il vero significato del bene. Che è sempre libero e privo di pregiudizi. Le stava dimostrando che sapeva mettere l’amore per la famiglia al primo posto, in ogni caso.

Ecco, questo è il vero neo di La verità non è una chimera… Annabella è abbondante di nome e di fatto, ma in realtà una persona alta 1,65 m e che porta la 48 (come me. Sì, sono un po’ scocciata per questo, devo dire la verità) deve essere per forza marchiata come quella sovrappeso? Che poi da come si evince, Annabella deve essere proprio bella! Ma la cosa di dover continuamente rimarcare il suo peso mi ha alquanto infastidito, anche se sempre fatto con ironia, eh… mai con malizia o cattiveria. Ma dopo uno, due, tre volte anche basta! Che dite?

Inoltre, avrei preferito che la parte dell’investigazione avesse trovato più spazio nel racconto… ma questo lo attribuisco al fatto che è il primo della serie, e quindi l’autrice si è un po’ dilungata nella presentazione dei personaggi e dell’ambiente (spero sia così perlomeno).

Ora mi accingo a leggere il secondo episodio delle avventure di Annabella, speriamo che mantenga le promesse del primo, che mi ha davvero divertito e intrattenuto con leggerezza, nonostante magari gli argomenti trattati non siano poi così leggeri (lo capirete, indovinate un po’, quando leggerete il libro)

Ve lo consiglio? Ovvio che sì! Non è un noir o un giallo alla De Giovanni, per intenderci, ma è comunque scritto bene e apprezzabile, ricco di humor e di colpi di scena!

Avete letto La verità non è una chimera? Vi aspetto per commentarlo!

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