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Nel nero degli abissi – François Morlupi

Nel nero degli abissi Book Cover Nel nero degli abissi
I cinque di Monteverde #4
François Morlupi
Noir - Giallo
Salani
2022
Digitale - Cartaceo
480
Fornito dalla Casa Editrice

Il grande parco di villa Pamphili, a due passi dal Vaticano e da Monteverde, ha due volti molto diversi: di giorno è un giardino che accoglie bambini, anziani e sportivi; di notte si trasforma in un rifugio abusivo per senzatetto, drogati e prostitute. All’alba di una gelida mattina di gennaio, una di loro viene trovata senza vita, brutalmente uccisa con un’arma da taglio. Era italiana, aveva poco più di vent’anni, era una ragazza sola, si vendeva per pagarsi l’università. L’omicidio sconvolge il commissario Ansaldi e i suoi agenti, perché apre uno squarcio di disperazione nella tranquilla routine del loro quartiere. In più, arriva proprio nel momento peggiore, a due settimane da un importante vertice politico tra i principali capi di Stato europei, con gli occhi del mondo puntati sulla capitale. Che ci sia o no un legame tra i due eventi, per il commissario è appena iniziata una terribile corsa contro il tempo.

Oggi ho il piacere di parlarvi di Nel nero degli abissi, un libro scritto da François Morlupi e pubblicato da Salani.

lo scorso anno ho avuto l’occasione di leggere il primo romanzo dei cinque di monteverde, Come delfini tra i pescecani, e mi ha conquistato. Quando, perciò, mi è stata offerta l’opportunità di leggere la seconda avventura della squadra di poliziotti creata da Morlupi, l’ho accolta con entusiasmo e non sono stata affatto delusa.

I cinque del commissariato di Monteverde, Ansaldi, il commissario, Eugenie Loi, vice ispettore, Leoncini, Di Chiara e Alerami, agenti scelti, si trovano a dover affrontare una serie di omicidi, crudeli e sanguinosi, sullo sfondo di un importantissimo vertice politico tra i principali capi di stato europei. Lo stesso commissariato di Monteverde viene chiamato a fare da scorta alla delegazione svedese e tra Ansaldi e il capo della delegazione si instaura un’amicizia, fatta di simpatia e feeling immediato tra i due uomini.

I nostri cinque protagonisti si trovano dunque a dover affrontare una corsa contro il tempo, e contro il Ministro degli Interni, per cercare di scoprire l’autore dei delitti prima dell’inizio del vertice.

È stato un piacere ritrovare questi cinque personaggi, a cui mi ero tanto affezionata durante la prima avventura. Ansaldi è adorabile, ed è quasi una “parodia” del commissario serio e composto di tanti altri noir. Lui è esattamente il contrario, È ipocondriaco, è goffo e buffo, ha paura di tutto, ma è tenerissimo; è una persona generosa e io mi sono terribilmente affezionata a lui, e mentre che aspetto che esca il prossimo volume mi mancherà tantissimo (capito, François, non vorrai mica farmi soffrire troppo?).

Completamente diversa dal suo capo è Eugenie Loi, fredda, intelligente, precisa, una macchina da guerra, una ragazza che non fa trapelare nulla dei suoi sentimenti, ma in questa nuova avventura scopriremo qualcosa in più di lei, qualcosa che ci farà capire il motivo della sua alterigia. È legata ad Ansaldi da affetto sincero, e chissà che questo affetto possa un giorno trasformarsi in qualcos’altro? (Eh eh eh, François? Fammi sognare!)

Leoncini e Di Chiara, detti i Ringo Boys, sono una coppia lavorativa formidabile, il primo bello, statuario e molto intuitivo è legato da una forte amicizia a Di Chiara, che al contrario, è goffo, ma crede di essere bellissimo, è impacciato ma crede di essere un campione di calcetto, e soprattutto crede che tutte le donne gli caschino ai piedi, ma è perdutamente innamorato della bellissima ma algida e distaccata Alerami. 

Quest’ultima è la vera sorpresa di Nel nero degli abissi, in cui rivela parte del suo carattere che la farà guardare con sospetto dal lettore e dai suoi colleghi.

Ancora una volta, la co-protagonista è Roma, con le sue bellezze ma anche e soprattutto con i suoi difetti. L’autore ama profondamente la città, ma non evita di mostrarla nel bene e nel male, il traffico, la sporcizia, i lavori incompiuti e mostra il lato umano più degradato, quello della prostituzione, degli ultimi che si nascondo di notte nei parchi. 

La capacità di Morlupi è di riuscire a intervallare il racconto con momenti di grande ironia, come quando Ansaldi si misura continuamente la temperatura con ben tre termometri:

Nel frattempo si misurò la febbre, con il triumvirato di termometri. Ottaviano, Antonio e Lepido lo confortarono: 36.6 di media

a momenti di grande tensione psicologica:

Detesto la mia vita. La detesto. Detesto mio padre che mi picchiava da piccolo, detesto mia madre che è morta troppo presto. Detesto tutto e tutti. A volte vorrei farla finita, ma per riuscirci bisognerebbe amarsi molto, mentre io mi odio

a momenti di grande commozione:

Accorgersi ogni volta, quando l’indagine è terminata e la polizia ci ha consegnato i ricercati, come essi non siano assolutamente i mostri dipinti dalla stampa. La gente lo spera ardentemente, trincerandosi dietro una finta credenza e i giornalisti impegnano tutte le loro energie e il loro inchiostro per descriverli come tali. Ma purtroppo la realtà è un’altra: sono persone normali.

Ho adorato Nel nero degli abissi, come il primo; l’ho letto in pochissimo tempo, e mi ha coinvolta proprio nell’intimo. Avevo intuito un po’ il finale, ma vi assicuro che comunque è oltre ogni mia immaginazione!

Altro escamotage che ha mantenuto desta la curiosità è che il romanzo inizia praticamente dalla fine, per poi ripercorrere i giorni precedenti con un lungo flashback. E con questo trucchetto l’autore è riuscito a suscitare tensione e curiosità nel lettore, fino all’ultima pagina.

Da notare un particolare. L’autore chiama per nome solo Eugenie, forse per darle quell’umanità che non traspare affatto dal suo carattere, ma poi è davvero così? Tutti gli altri, a parte Ansaldi che viene chiamato raramente per nome, sono indicati solo attraverso il loro cognome, forse per creare una sorta di distanza tra lettore e personaggi, per mantenere quell’aura di importanza per il ruolo istituzionale che rappresentano. 

Solo alla fine verranno svelati i loro nomi, quasi a volerli avvicinare al lettore e far intendere che dietro la squadra di poliziotti ci sono le persone, alcune splendide altre un po’ meno, ma tutte complicate e umane, con i loro problemi e le loro fissazioni come chiunque di noi. 

Io l’ho letto con molto interesse e piacere e aspetto con ansia il successivo (a buon intenditore poche parole!). 

È un ottimo noir, uno dei migliori che ho letto ultimamente, alla stregua del mio adorato De Giovanni e del mio amato Manzini. Perciò, cosa aspettate a correre a leggerlo?

Avete letto Nel nero degli abissi? Lo leggerete? Vi aspetto per commentarlo insieme.

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.

 

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