Il club delle lettrici compulsive

Investigatrici pasticcione e dove trovarle

Investigatrici pasticcione e dove trovarle! Vi piace questo titolo? È la tappa che ho scelto per partecipare al blog tour di Nove giorni e mezzo, un libro di Sandra Bonzi pubblicato da Garzanti. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le tappe delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

investigatrici pasticcione

Il libro che ha ispirato Investigatrici pasticcione e dove trovarle:

Nove giorni e mezzo – Sandra Bonzi

investigatrici pasticcione

Non ne fa mai una giusta. Il mistero è la sua passione. Preparatevi a conoscere Elena Donati.

Ci sono mattine da dimenticare. Proprio come accade a Elena quando viene svegliata all’alba dalla madre ottantenne che le annuncia di aver lasciato il marito per andare a vivere con due amiche coetanee e subito dopo, invece di essere promossa, viene licenziata dal giornale in cui lavora. Basterebbe molto meno a fiaccare l’entusiasmo di chiunque, sennonché arriva una notizia che per molti sarebbe drammatica, ma non per lei: in una via del centro di Milano vengono ritrovati due trolley grondanti sangue. Subito, l’intuito di Elena drizza le antenne. Potrebbe significare che non tutto è perduto. Che può ancora fare uno scoop, riconquistare il suo lavoro e non occuparsi solo di rispondere alle richieste più disparate dei suoi figli quasi fuori casa. Che può ancora provare una scarica di adrenalina, non solo sdraiarsi accanto al marito dopo un giorno uguale a quelli precedenti. Quello che Elena non può immaginare è che le sue ricerche la porteranno a indagare insieme a sua madre e alle sue amiche, convinte che il corpo nelle valigie sia quello del loro maestro di tango. E soprattutto che le azioni al limite della legalità cui sarà costretta potranno risvegliare dal letargo il suo matrimonio. Perché forse dare ascolto all’anima da detective che è dentro di lei non è sbagliato. Forse le brutte notizie non sono poi così brutte, sono solo deviazioni verso l’ignoto che non sempre deve fare paura. Sandra Bonzi ha ideato una protagonista indimenticabile. Un caso da risolvere cambia la quotidianità di una donna che credeva che la sua vita fosse tutta lì, tra figli, marito e genitori. Invece non è mai troppo tardi per sentirsi vivi di nuovo. Per ridere di gusto, per dire un no in più e tornare ad amare sé stessi.


Il filone degli investigatori improvvisati mi piace sempre tantissimo e, per fortuna, la letteratura offre tantissimi spunti. Oggi però vorrei concentrarmi sulle donne perché ho una lista pressoché infinita di libri da consigliarvi. Mettetevi comodə e prendete nota. Si comincia! Investigatrici pasticcione e dove trovarle!

Perché le investigatrici dilettanti hanno successo? Perché ognunə di noi può rispecchiarsi nella pasticciona di turno, perché ok avere un lavoro normale, ma a chi non piace l’avventura? E poi è una rivendicazione dei propri spazi perché, diciamola tutta com’è, alle donne determinate attività sono state precluse per lungo, lunghissimo tempo.

Da chi partiamo per questo excursus attraverso i libri? Potremmo partire da Agatha Christie. Lo so che avete tuttə in mente lei… ma no.

Se avessi a portata di mano una musica da colpo di scena, la inserirei qui. Immaginatela, per favore.

Partiamo invece da Nina, la poliziotta dilettante, scritto da Carolina Invernizio nel 1909.

investigatrici pasticcione
Investigatrici pasticcione e dove trovarle. Nina non è una pasticciona e la sua inventrice ha sdoganato un genere destinato a diventare famosissimo.

Una notte di settembre il conte Carlo Sveglia, fidanzato della bella operaia Nina, viene assassinato appena uscito da casa della giovane. I primi sospetti della polizia ricadono sulla ragazza e sull’amico Martino Vigna. Dopo un lungo interrogatorio e un mese di carcerazione, i due vengono rilasciati in fase istruttoria per mancanza di prove. Libera, Nina decide di cercare da sola l’assassino del fidanzato e architetta un piano che inizia con la messa in scena del proprio suicido per assumere una falsa identità. Entra in casa della contessa Sveglia, zia del povero Carlo su cui Nina ha dei sospetti, nelle vesti del cameriere Nanì. Procedendo con l’indagine e assumendo il ruolo di vera detective, Nina incontrerà molti personaggi, ognuno dei quali coinvolto nella torbida vicenda, sino ad arrivare alla scoperta del colpevole. Suspense, colpi di scena, mistero e delitto fanno di questo libro, uscito per la prima volta nel 1909, il giallo perfetto e attestano Carolina Invernizio progenitrice della tradizione giallistica italiana, che passerà dal feuilleton, e dal gotico, al vero e proprio genere poliziesco, compiendo un’operazione potenzialmente innovativa sia dal punto di vista della struttura del racconto sia da quello della narrativa femminile. «La difficoltà più grave sta nel prologo, che deve colpire subito il lettore, trascinarne l’interesse in modo che non gli riesca di lasciare il romanzo, finché non abbia veduto la fine», scriveva la Invernizio ed è attraverso questa sua incredibile capacità di attirare l’interesse del lettore che l’autrice ci introduce nel complesso intreccio di questa avvincente detective story. Come disse Umberto Eco, Carolina Invernizio, al pari di tante altre sue colleghe, non scrisse solo da donna di donne per le donne, ma con i suoi romanzi fa emergere il personaggio femminile, stabilendo così il passaggio dal superuomo del feuilleton alla superdonna, dotata di determinazione, energia e intraprendenza – per sorellanza con le protagoniste settecentesche – affidandole la conduzione e scioglimento dell’enigma.


Il libro è disponibile sul sito della casa editrice e ci sto seriamente facendo un pensierino! Lo trovate qui.

Tra l’altro, la prefazione è di Alessia Gazzola… e parleremo anche di lei in questo articolo sulle investigatrici pasticcione.

E sì, ora veniamo alla regina del giallo classico. Agatha Christie ci ha donato Miss Marple. Come si fa a non amarla? Ne abbiamo parlato un sacco di volte qui sul blog perché sapete che non perdo mai l’occasione di rileggere i libri della Christie.

Miss Marple è un personaggio che la Christie ha amato moltissimo. Nella prefazione di I delitti deliziosi, scritta da Marco Amici, si capisce anche a chi si è ispirata l’immortale scrittrice e questo spingerà anche voi ad affezionarvi a lei. Al contrario di Poirot, non ostenta la sua intelligenza nonostante sia davvero brillante e quindi, personalmente, l’ho sempre preferita all’investigatore belga, che non perde mai occasione per farne menzione.

«Vi siete dimenticata di me, mia cara» disse Miss Marple con un sorriso luminoso. Joyce rimase un po’ sorpresa, ma celò subito la sua reazione.
«Sarebbe delizioso, Miss Marple» disse. «Non pensavo che vi sarebbe interessato giocare con noi.»
«Penso che potrebbe essere molto interessante,» disse Miss Marple «soprattutto data la presenza di tanti signori intelligenti. Io purtroppo non lo sono, ma quando una persona vive per tutti questi anni a St Mary Mead finisce per avere una certa capacità di introspezione nell’animo umano.»
[I delitti deliziosi – Miss Marple – Agatha Christie – Oscar Vault Mondadori – 2021. Trad. a cura di Maria Giulia Castagnone, Diana Fonticoli, Maria Grazia Griffini]

Questa citazione da Il club del martedì sera, racconto che apre la raccolta I delitti deliziosi, evidenzia una delle caratteristiche che fanno di Miss Marple un personaggio vincente sotto ogni punto di vista, insieme a un pizzico di malizia che non guasta mai ma che non è mai eccessiva in questa protagonista straordinaria.
Spesso sottovalutata anche dai suoi stessi parenti (questi nipoti non impareranno mai!), Miss Marple ha una vita sociale davvero invidiabile per la sua età e questo la porta a confrontarsi con personaggi variegati, di ogni estrazione sociale…

Se volete leggere la recensione di I delitti deliziosi, cliccate qui.

Andiamo avanti con le nostre investigatrici pasticcione e dove trovarle con un collegamento che abbiamo già fatto in precedenza, perché Miss Marple ha anche ispirato un sacco delle mie investigatrici preferite. Due su tutte? Agatha Raisin (anche se la nostra Agatha non assomiglia per nulla nel fisico e nel carattere alla donna che l’ha preceduta su carta) e Jessica Fletcher (qui la recensione di Omicidio alle Hawaii)!

Sono affezionatissima a Agatha Raisin. Su di lei ho scritto il primo articolo per il blog perché abbiamo aperto mentre stavo leggendo La turista terribile. Agatha è nata dalla penna di MC Beaton e ha al suo attivo più di trenta avventure. L’ultima? L’innocenza dell’asino.

innocenza dell'asino
Investigatrici pasticcione e dove trovarle: l’ultima avventura di Agatha Raisin. La prima è Agatha Raisin e la quiche letale

Una storia di spionaggio industriale, ma anche di amore per gli animali e – come sempre con la nostra Agatha – di flirt pericolosi.

Agatha viene assoldata da una ditta di elettronica che cerca di far luce su un sospetto caso di spionaggio industriale. L’azienda, dall’ultimo dei fattorini ai vertici, si rivela un covo di gente bislacca. Non fa eccezione la signora Dinwiddy, efficiente ma temuta segretaria.
Poco dopo l’avvio delle indagini di Agatha, la signora Dinwiddy viene trovata morta nei pressi della stalla riservata a Wizz-Wazz, un’asinella-mascotte che appartiene alla moglie del titolare dell’azienda. Per il medico legale non ci sono dubbi: l’assassino è l’animale, l’arma del delitto un suo poderoso calcio.
Su Wizz-Wazz pesa un ordine di abbattimento, ma Agatha, che fin dall’infanzia sognava un asinello da coccolare, si lancia in sua difesa, cercando di scagionarla e finendo in una trama di crimini ben più gravi dello spionaggio.


Se volete leggere la recensione, cliccate qui. All’interno dell’articolo troverete anche l’elenco dei libri che compongono la serie. Non sono ancora presenti tutte le recensioni sul blog, ma piano piano arriveranno, promesso!
MC Beaton ci ha lasciati nel 2019, ma pare che la serie stia proseguendo grazie all’intervento di uno scrittore molto amico dell’autrice. Spero che sia all’altezza, perché non sono pronta a lasciare andare Agatha. La Raisin è davvero una pasticciona. Arrogante, indisponente, cattiva a volte perché deve a tutti costi nascondere il suo bisogno d’amore che è a tratti patologico. Mi auguro un lieto fine per lei. Lo merita perché mi ha regalato ore di puro spasso.

Per tornare in casa Garzanti, però, non si possono non nominare le due investigatrici create da Alice Basso.

In molti amano l’odore della carta.
Alcuni ne vanno proprio pazzi. Quando comprano un libro, se lo avvicinano al naso e aspirano forte chiudendo gli occhi. Talvolta mugolano. Se entrano in una biblioteca, inspirano a pieni polmoni come fossero in alta montagna, poi estraggono un vecchio volume dal primo scaffale e ci tuffano la faccia con l’intenzione apparente di baciarlo.
L’odore della carta, in realtà, è odore di morte. […] Quindi c’è gente che va matta per un puzzo di marcio e morte e nemmeno lo sa.

La prima è una ghostwriter che, suo malgrado, si ritrova invischiata in alcune indagini della polizia, affiancata a un commissario che sembra uscito da un romanzo noir della metà del ‘900. Mi riferisco ovviamente a Vani Sarca. I libri che compongono la serie a lei dedicata sono cinque. Vi lascio la trama del primo: L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome.

L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome
Investigatrici pasticcione e dove trovarle. Vani non è una pasticciona dal punto di vista delle indagini. Nei rapporti sociali e personali, invece…

Dietro un ciuffo di capelli neri e vestiti altrettanto scuri, Vani nasconde un viso da ragazzina e una innata antipatia verso il resto del mondo. Eppure proprio la vita degli altri è il suo pane quotidiano. Perché Vani ha un dono speciale: coglie l’essenza di una persona da piccoli indizi e riesce a pensare e reagire come avrebbe fatto lei. Un’empatia profonda e un intuito raffinato sono le sue caratteristiche. E di queste caratteristiche ha fatto il suo mestiere: Vani è una ghostwriter per un’importante casa editrice. Scrive libri per altri. L’autore le consegna la sua idea, e lei riempie le pagine delle stesse parole che lui avrebbe utilizzato. Un lavoro svolto nell’ombra. E a Vani sta bene cosi. Anzi, preferisce non incontrare gli scrittori per cui lavora. Fino al giorno in cui il suo editore non la obbliga a fare due chiacchiere con Riccardo, autore di successo in preda a una crisi di ispirazione. I due si capiscono al volo e tra loro nasce una sintonia inaspettata fatta di citazioni tratte da Hemingway, Fitzgerald, Steinbeck. Una sintonia che Vani non credeva più possibile con nessuno. Per questo sa di doversi proteggere, perché, dopo aver creato insieme un libro che diventa un fenomeno editoriale senza paragoni, Riccardo sembra essersi dimenticato di lei. E quando il destino fa incrociare di nuovo le loro strade, Vani scopre che le relazioni, come i libri, spesso nascondono retroscena insospettabili.


L’altra investigatrice di Alice Basso è invece Anita Bo. Ho appena iniziato il primo libro, così da portarmi avanti ed essere pronta per il terzo che uscirà a breve. Vi lascio la trama di Il morso della vipera e vi prometto che a breve arriverà anche la recensione.

il morso della vipera
Investigatrici pasticcione e dove trovarle. Ho aspettative altissime per questa nuova serie!

“Ogni mattina Anita si accomoda alla Olivetti e digita digita digita. Le storie che deve trascrivere sono belle. Anita coi personaggi entra subito in confidenza. Tempo due racconti e le sembra di conoscerli da una vita. In ogni storia il protagonista di turno si ritrova in un agguato, in una sparatoria, in una rissa. E Anita ormai lo sa che il personaggio ne uscirà intero, o perlomeno con buone prospettive di ripresa, perché sono racconti seriali, giusto? Mica lo fai crepare, il protagonista che deve tornare ancora e ancora, ci arriverebbe anche un cretino; eppure a ogni lama di coltello che balugina nel buio di un vicolo, a ogni sguardo nero dell’occhio cavo della canna di una pistola, a ogni sagoma minacciosa che si staglia contro la porta di una bisca, Anita trasale e digita più in fretta per vedere come andrà a finire”.

Il suono metallico dei tasti risuona nella stanza. Seduta alla sua scrivania, Anita batte a macchina le storie della popolare rivista Saturnalia: racconti gialli americani, in cui detective dai lunghi cappotti, tra una sparatoria e l’altra, hanno sempre un bicchiere di whisky tra le mani. Nulla di più lontano dal suo mondo. Eppure le pagine di Hammett e Chandler, tradotte dall’affascinante scrittore Sebastiano Satta Ascona, le stanno facendo scoprire il potere delle parole. Anita ha sempre diffidato dei giornali e anche dei libri, che da anni ormai non fanno che compiacere il regime. Ma queste sono storie nuove, diverse, piene di verità. Se Anita si trova ora a fare la dattilografa la colpa è solo la sua. Perché poteva accettare la proposta del suo amato fidanzato Corrado, come avrebbe fatto qualsiasi altra giovane donna del 1935, invece di pronunciare quelle parole totalmente inaspettate: ti sposo ma voglio prima lavorare. E ora si trova con quella macchina da scrivere davanti in compagnia di racconti che però così male non sono, anzi, sembra quasi che le stiano insegnando qualcosa. Forse per questo, quando un’anziana donna viene arrestata perché afferma che un eroe di guerra è in realtà un assassino, Anita è l’unica a crederle. Ma come rendere giustizia a qualcuno in tempi in cui di giusto non c’è niente? Quelli non sono anni in cui dare spazio ad una visione obiettiva della realtà. Il fascismo è in piena espansione. Il cattivo non viene quasi mai sconfitto. Anita deve trovare tutto il coraggio che ha e l’intuizione che le hanno insegnato i suoi amici detective per indagare e scoprire quanto la letteratura possa fare per renderci liberi.


Ma le investigatrici che si improvvisano tali sono tantissime! Abbiamo appena parlato di Susan Ryeland, la editor protagonista di due romanzi di Anthony Horowitz (qui la recensione di I delitti della gazza ladra e qui la recensione di I delitti della bella di notte). Susan diventa investigatrice suo malgrado (almeno nel primo libro, mentre nel secondo decisamente “ci sguazza”) perché uno degli autori di punta della casa editrice per cui lavora è morto e manca il capitolo finale del manoscritto che ha terminato e spedito poco prima di lanciarsi nel vuoto…

Iole e Libera, le Miss Marple del Giambellino, nascono dalla penna di Rosa Teruzzi. Per ora ho avuto modo di leggere una sola delle loro avventure, La memoria del lago (qui la recensione) e per quanto ho potuto capire, sono  investigatrici pasticcione degne di questa lista. sono però curiosa di leggere gli altri libri. Anche la vostra lista di letture è sempre più lunga? Chiedo per un’amica…

Abbiamo nominato Alessia Gazzola a inizio articolo perché ha scritto la prefazione del primo libro che ho preso in esame per questo viaggio tra le investigatrici pasticcione, quindi entra anche lei di diritto nella lista con i romanzi che hanno per protagonista Alice Allevi. vi lascio la trama del primo.

investigatrici pasticcione
Alice Allevi può essere considerata un’investigatrice pasticciona?

Con questo libro della Gazzola (della quale ho recensito Un tè a Chaverton House, pubblicato da Garzanti nel 2021 – Qui per la recensione) si entra in una parte del filone un po’ borderline perché ok, Alice non è una poliziotta, ma collabora con la polizia, non impone la sua presenza facendo disastri come un’Agatha Raisin qualsiasi. In questo ramo inserirei Kay Scarpetta e Temperance Brennan (qui la recensione di Predatori e prede).
Una che invece entra di diritto nella lista delle investigatrici pasticcione è senza ombra di dubbio Aurora Teagarden. Purtroppo questo è anche uno dei rari casi in cui i film sono meglio dei libri (ne abbiamo parlato anni fa in questo articolo che, però, ora andrebbe aggiornato). Mentre l’Aurora della TV è brillante, intelligente e non utilizza mezzucci per sminuire le persone che le stanno accanto, quella letteraria è razzista, misogina e maschilista. Insomma, in parole povere è insopportabile. Vi lascio la recensione del primo libro, Il club dei delitti irrisolti, qui. Se lo avete letto, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Ma le investigatrici pasticcione sono tantissime. Se vi dicessi Ariel? Malù? Ok, più facile ancora… Mycroft? Esatto! Mi riferisco alle protagoniste dei libri di Serena Venditto! Ho adorato Aria di neve e ho letto anche l’ultimo della serie (sono partita proprio da Grand Hotel, tra l’altro.) vi lascio la trama di Aria di neve, così magari vi verrà voglia di leggerlo (qui invece trovate la recensione).
aria di neve
Ariel è una ragazza italo-americana che ha girato mezzo mondo e ora vive nell’adorata Napoli. Lavora come traduttrice di romanzi rosa dai titoli immancabilmente profumati di agrumi e, dopo quattro anni di fidanzamento e due di convivenza, è appena stata lasciata da Andrea, l’uomo perfetto, ispettore di polizia e compagno dolce e premuroso. In lei si aggrovigliano sconforto, delusione, rabbia, ma soprattutto la fastidiosa sensazione di vivere in una di quelle storie melense e scontate che le consentono di pagare l’affitto. È necessaria una svolta, qualcosa di tanto imprevisto quanto atteso. E così, facendosi coraggio, Ariel si mette alla ricerca di un luogo dove ricominciare da zero. Presto si imbatte nel coloratissimo e disordinato appartamento di via Atri, dove vivono altri tre ragazzi: Malù, sagace archeologa con una passione per i romanzi gialli, Samuel, rappresentante di articoli per gelaterie di origini sardo-nigeriane, e Kobe, talentuoso quanto sgrammaticato pianista giapponese. Un terzetto strambo e caotico cui si aggiunge la presenza fissa di Mycroft, uno stupendo gatto nero dagli occhi verdi che, coi suoi eloquenti miagolii, non ha bisogno della parola per farsi capire alla perfezione. Ariel si sente subito a casa, e tra una chiacchiera in cucina, un concerto e una passeggiata in una Napoli infuocata di sole, le cose per lei riprendono a girare per il verso giusto, al punto che dimenticare Andrea sembra quasi possibile. Ma proprio allora un evento tragico che si consuma molto vicino ai coinquilini rimetterà tutto in gioco e sconvolgerà il microclima di via Atri. Un suicidio vagamente sospetto o un vero e proprio delitto della camera chiusa? Le “celluline grigie” di Malù non potranno che essere stuzzicate da questa sfida e l’archeologa-detective coinvolgerà tutto il gruppo nelle indagini, cui parteciperà anche Mycroft dando sfoggio della sua sottile, felina intelligenza.

Se pensate che le investigatrici pasticcione siano un affare da adulti… beh, vi sbagliate di grosso. Ecco quindi al volo tre suggerimenti di lettura per i più giovani… e come sempre sono serie composte da millemila libri. Non ci posso fare nulla, adoro le serie e più sono lunghe più, sono contenta. Forse perché sono “prevedibili” da un certo punto di vista? Chissà! Magari ci torneremo, un giorno di questi.
Comunque, per i più giovani non si può non nominare un’altra Agatha. Questa non è affatto un’investigatrice pasticciona. Il crea-disastri è suo cugino. Mi riferisco ad Agatha Mistery, nata dalla penna di Sir Steve Stevenson. Ho appena recensito l’ultimo volume della serie che conta trentadue libri. Il titolo è Ombre sul Nobel e trovate la recensione qui.

Anche Enola Holmes può entrare in questa lista di investigatrici pasticcione, a suo modo. Per ora ho letto Il caso del marchese scomparso. Trovate la recensione qui.

Concludiamo l’articolo sulle investigatrici pasticcione con una serie che ho amato e che, miracolo!, ho recensito qui sul blog. Parlo della serie Miss Detective, di Robin Stevens, e di cui manca solo l’ultima recensione perché non ho ancora letto il libro… non ho il coraggio di cominciarlo perché vuol dire lasciar andare i personaggi e non sono pronta… ad ogni modo, ecco la trama del primo volume che si intitola Omicidi per signorine.

Omicidi per signorine

È un pomeriggio come tanti alla scuola Deepdean, quando Hazel trova nella palestra il cadavere della signorina Bell, l’inflessibile insegnante di scienze. Ma poco dopo, quando lei e l’amica Daisy tornano sul luogo del delitto, il corpo della professoressa è scomparso. Per la Wells&Wong, neonata società investigativa fondata da Daisy e Hazel, non si tratta solo di scovare l’assassino, ma anche di dimostrare che un omicidio è avvenuto davvero… il tutto cercando di battere la polizia sul tempo! 


Le investigatrici pasticcione colpiscono l’immaginazione, c’è poco da fare. Saranno anche pasticcione dilettanti, ma queste donne straordinarie hanno spirito d’osservazione allenato e hanno la capacità sorprendente di trovarsi nel momento giusto al posto giusto. Tra le dilettanti e le professioniste chi preferite? Fatemi sapere!

Vi è piaciuto questo articolo sulle investigatrici pasticcione? Quali libri avete aggiunto alla vostra lista e quali avete già letto? Per quanto mi riguarda, vado a leggere Nove giorni e mezzo!

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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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